Da sola nel bosco, non hai paura?

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Ieri sera, parlando con un’amica, scherzavo sul fatto che probabilmente sono pochissime le donne che vivono da sole nel bosco. Riflettendoci meglio mi sono detta che in effetti non devono essere tante perché quasi tutte le persone a cui lo racconto si stupiscono e non poco. Sarebbe bello poter fare una specie di censimento e contattare le altre “folli” come me che hanno fatto questa scelta di vita per sentire le loro storie e, perché no, scriverci un libro! 😉

Poi, non so perché, mi è venuta in mente la poesia di Leopardi e una sua possibile variante:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

E questo bosco, che da tanta parte 

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Come ormai mi accade quasi ogni giorno, tutto ciò che scrivo prima lo visualizzo mentalmente mentre cammino, guido, cucino, resto insonne nel letto… e quando “butto giù” le parole sulla tastiera escono come un fiume in piena perché le avevo già tutte allineate nella mia mente. Scrivere così è magnifico, non mi costa alcuna fatica, anzi, vedere finalmente i pensieri nero su bianco mi fa stare bene perché sul monitor c’è una parte di me che è uscita fuori ed è reale.

Da quando sono qui scrivo quasi ogni giorno ed è un’attività che mi procura un enorme benessere. Mi sento un po’ come Leopardi e mi ripeto questi versi che qui acquistano nuovi significati:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo; ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suon di lei. Così tra questa

Immensità s’annega il pensier mio:

E il naufragar m’è dolce in questo mare.

Non so ancora come, ma in qualche modo cercherò di contattare altre donne che hanno deciso di vivere nella Natura. Se qualcuno ha idee in proposito, sono ben accette.

Ah, per la cronaca, non ho affatto paura di vivere nel bosco. Ritengo sia molto più pericolosa la città. Con gli animali si entra in sintonia e alla fine si arriva al rispetto reciproco: ogni specie ha le proprie abitudini, i propri orari, il proprio territorio… di quanti umani si può dire lo stesso?