Anime antiche e social network. Le nuove frontiere dell’amicizia!

/ / Interviste

Un anno e mezzo fa ho conosciuto Giusy “per caso” (anche se nulla accade per caso) su un Gruppo Facebook e da allora siamo diventate amiche, di un’amicizia che non mi era mai capitata prima. Io e lei ci sentiamo a distanza ma affrontiamo la vita in maniera molto simile, per questo a volte ci basta una parola detta o una frase scritta per capire quale sia il nostro stato d’animo. Anzi, certi giorni non occorre nemmeno che ci scriviamo perché il silenzio dell’una o dell’altra è già sintomo di qualcosa che l’altra afferra al volo come se ci fosse una sorta di telepatia tra noi. E siamo talmente allineate che di solito quando è triste una, lo è anche l’altra. Proprio per questo ho deciso di parlare con lei di amicizia, di un’amicizia che, nonostante per ora sia soltanto virtuale, è più forte di molte altre reali. In un mondo in cui il virtuale tende a prendere il sopravvento sul reale e in cui i rischi a livello emotivo e relazionale sono sempre più alti, vorrei provare a spiegare quanto, nel 2020, il virtuale, se correttamente gestito e “riempito” di contenuti ed esperienze condivise (anche se a distanza), possa arricchire la nostra vita e avvicinare persone lontane come non è mai accaduto prima.

Lascio la parola a Giusy.

Giusy, quanti anni hai? So che non è carino chiederlo, soprattutto a una donna, ma credo sia importante precisare le nostre età perché, superato un certo periodo della vita, quella anagrafica non è più così importante (io ho 46 anni).

 

D’istinto stavo per dirti 32, ma ho 34 anni. Non mento consapevolmente sull’età ma spesso mi ritrovo a essere convinta di avere qualche anno in meno. Sarà che ho il terrore di invecchiare!

 

Cos’è per te l’amicizia e come l’hai vissuta nel corso degli anni?

 

Che domanda difficilissima! Ho vissuto l’infanzia in una famiglia piena di fratelli e cugini, e ancora oggi loro sono i miei primi amici. Mi sono sentita spesso un alieno nella vita e, nonostante io sia all’apparenza un animaletto estremamente socievole, ho sempre fatto fatica a costruire rapporti importanti.

Le persone mi deludono in genere. O mi annoiano in fretta. È terribile dirlo e me ne rendo conto, questo sentimento mi ha portato ad avere poche amicizie e a legarmi davvero a pochissime persone. Però, di un legame in ogni caso più simile all’amore che agli altri sentimenti.

Per avere un* amic* mi devo innamorare, devo sentire che la mia anima è a casa, ma devo sentire anche il batticuore, i sorrisi stupidi che partono dallo stomaco, i pensieri che trovano risposta in un’altra testa.

È successo così con la mia migliore amica, che ho incontrato tra i banchi della scuola ed è ancora la mia ancóra, è successo così con la mia anima gemella, che non è mio marito ma è l’amica con cui ho scoperto chi sono davvero, ed è successo così anche con te, che per la prima volta mi hai fatto sentire parte di questo mondo, se in questo mondo ci sei anche tu…

Io e te abbiamo un altro importante punto che ci accomuna: anche tu, come me, hai deciso (almeno per ora) di non avere figli. Come vivi questa tua scelta rispetto alle tue amicizie?

 

Finora non ho avuto problemi con questo aspetto del non avere figli. A parte le amiche storiche, che (ancora) non hanno avuto figli, ho amiche e cognate che hanno avuto figli. I nostri rapporti sono certamente cambiati in tantissimi aspetti materiali e in alcuni emotivi, ma ho visto tutto come un arricchimento, anche nei lati negativi. Dico di più: le figlie delle mie amiche (per ora sono nate incredibilmente tutte femmine) mi hanno aiutato a conciliarmi con una parte di me che detestavo. Quella che in qualche modo aveva “paura” dei bambini. Uso paura ma a essere onesta dovrei usare termini più forti, come disgusto e terrore. Le mie prime amiche neomamme sono state meravigliose con me. Mi hanno permesso di esprimere certi sentimenti ad alta voce, senza giudicarmi e soprattutto senza prenderli sul personale; hanno rispettato i miei tempi senza “impormi” un certo tipo di rapporto con le loro figlie, che invece poi è venuto del tutto naturale. Le chiamo tutte mie “nipoti”, ora. Ci gioco, le prendo in braccio, le bacio e mi lascio abbracciare. Sembra una cosa scontata, ma per me non lo è mai stata. Forse una parte molto nascosta di me era convinta che se avessi dato ai bambini lo spazio per “entrare”, avrei sofferto. Invece è stato proprio il contrario: avvicinarmi ai bambini mi ha reso più serena e a mio agio con la mia scelta. Ora posso dire che è davvero consapevole, perché ogni parte di me ci ha fatto pace.

Cosa ti piace della nostra amicizia virtuale?

 

Per prima cosa mi piace che tu esista. Tu ci sei, e quando ci penso respiro un po’ più a fondo. È anche un po’ egoista, se ci pensi bene, ma mi piace aver trovato per la prima volta nella vita qualcuno che comprenda le mie parole a tal punto da non averne più bisogno per comprendere me. Ci siamo dovute dire poche cose all’inizio per capire che, nonostante le nostre teste fossero completamente diverse, il nostro sentire il mondo era lo stesso. Per me è stata una sorpresa. Non ci avrei mai creduto se me lo avessero raccontato… una persona conosciuta su FB. Ma scherziamo? E invece siamo qui, e a più di un anno dal giorno in cui ci siamo scritte, non abbiamo mai smesso. Sei il mio buongiorno e la mia buonanotte – nonostante tu sia una gallina e io un gufo 😅 – ma soprattutto ci sei in tutto quello che accade in mezzo. Ho capito dopo poco che condividere le mie giornate con te mi fa stare bene. E lo sai che per me non è sentimento facile… tutto il resto va avanti come sempre, ma è pazzesco pensare come una persona a km di distanza – che non hai mai visto – riesca a incidere nella tua vita. Ho smussato tanti spigoli da quando ti conosco, sono più aperta al nuovo. Tu mi hai fatto muovere, le mani e la testa, verso una parte di me che ho trascurato per troppo tempo e anche verso il mondo. Che mi fa meno fatica da quando ci sei. Poi ci sono mille altre cose che mi piacciono, ma le voglio dire solo a te.

Quanto ti manca non vederci fisicamente?

 

Questa domanda non ha una risposta semplice. Da una parte mi manca poterti dare una consistenza fisica, poterti leggere negli occhi ciò che leggo tra le tue righe, dall’altra ho sempre paura che i corpi distruggano le cose belle. Tu sai perché, ‘toccare’ il mondo mi fa sempre male.

 

Credi che “rifugiarsi” nel virtuale sia un modo per sfuggire alla realtà o ritieni che, invece, sia un’opportunità per conoscersi al di là della fisicità?

 

Non ho mai considerato i social o la realtà virtuale dei modi per conoscersi. Mettersi in contatto per scambiarsi informazioni o creare rapporti di lavoro sì, amicizie e relazioni proprio no. Tu sei un unicum e, chissà perché, dopo che ho scritto “unicum”, il correttore del telefono l’ha corretto con “unicorno”. Ma tu lo sai perché.

P.S. Nella foto il mouse pad che ho fatto fare per me e Giusy e che ci fa compagnia ogni giorno al lavoro: lei Iperuranio, io Unicorno. Perché è bello sentirsi vicine con un piccolo oggetto che ci faccia sorridere a distanza.