Giorgia, Olivia e Coco: quando l’amore e la tenacia trionfano sull’allergia

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Questo articolo è dedicato alla mia amica Giorgia e ai suoi mici.

Giorgia è una persona speciale, della quale ti innamori a pelle perché molto dolce ed empatica. E una persona come lei non può non amare  gli animali.

  • Giorgia, cosa ci racconti di te?

Ciao Chiara! Sono molto entusiasta di questa iniziativa e visto che hai scelto di coinvolgermi cercherò di parlare col cuore. Tra le cose che maggiormente mi definiscono metto in cima alla lista l’amore per le lingue e per gli animali. Come te, sono sbarcata sul mercato del lavoro come traduttrice, ma chissà cosa mi riserverà il domani! Nel tempo libero amo leggere, correre, girare in bici per la pineta e trascorrere il tempo con i miei amici a quattro zampe. In generale, in famiglia tutti quanti amiamo gli animali e in certi casi li preferiamo addirittura alle persone! Non vorrei che suonasse un’affermazione misantropa, ma ho sempre creduto che i livelli di empatia, comprensione e condivisione che si instaurano con il proprio compagno animale trascendano molto spesso la comunicazione umana, limitata dai gesti e dalle parole.

  • Quando è nato il tuo amore per i gatti?

Non saprei indicare un momento preciso, credo che faccia parte della mia natura in un certo senso. Sicuramente ha contribuito a rafforzare questa mia caratteristica il fatto di aver trascorso l’infanzia con mia nonna, grande amante del mondo felino e proprietaria di talmente tanti gatti che fatico a ricordare il nome di tutti. Passavo la maggior parte del tempo con loro giocando, cercando di comunicare con loro e trascorrendo momenti indimenticabili.

A seguito di diversi problemi fisici e visite allergologiche, fu molto difficile per me scoprire di soffrire di una forma d’asma causata, sfortunatamente, proprio da un’allergia ai gatti. Non ricordo un momento in cui il contatto con questi animali straordinari non mi abbia causato lacrimazioni, irritazioni cutanee e difficoltà respiratorie: tutti sintomi che oggi ho imparato a gestire e tenere sotto controllo facendo uso di alcuni antistaminici e altri rimedi naturali. Una scelta sicuramente opinabile: la si può abbracciare solo se si comprende che per me la rinuncia al contatto con queste magnifiche creature sarebbe di gran lunga più problematica e dolorosa dei possibili effetti collaterali da foglietto illustrativo!

  • Al momento con quanti mici condividi la tua vita?

Due: Olivia e Coco, mamma e figlia. Olivia è stata ritrovata in agosto, poco dopo un temporale, in un fosso nei pressi di Casalborsetti, insieme a una cucciolata di cinque gattini che, fortunatamente, ad oggi hanno trovato casa e stanno bene. Una di questi è la mia dolcissima Coco, tutta nera come la pece a eccezione di un triangolino bianco sul petto che somiglia a un cravattino. Molto probabilmente Olivia è stata abbandonata da una famiglia accortasi della sua gravidanza poiché è risultata immediatamente abituata al contatto umano e ha dimostrato di conoscere il concetto di “casa”: ha sempre usato la cassetta dei bisogni, è educata, composta e pulitissima. È un gatto straordinario, prima di essere adottata da me è riuscita a salvare tutti i suoi piccoli e ad allattarne un sesto trovato tramortito dentro a un cassonetto. Sfortunatamente, la sua storia ha lasciato il segno: ha un sistema immunitario molto debole e soffre di una forma di herpes che le causa alcuni problemi respiratori e di deglutizione, che monitoriamo e trattiamo regolarmente con l’aiuto del nostro adorato veterinario di fiducia. La piccola Coco, invece, è un fiume in piena: è sana come un pesce, vivace e vispa come una bambina e tenera come un orsacchiotto. Almeno lei non sa cosa significhi l’abbandono, a differenza della sua mamma.

  • Tu hai scelto loro o loro hanno scelto te?

Quando sono andata a casa della volontaria che le ospitava ero emotivamente distrutta dalla perdita della mia amata Kitty, rimasta uccisa a settembre a seguito dell’aggressione del cane di una vicina un po’ imprudente. Kitty era stata abbandonata dalla famiglia che la ospitava prima, trasferitasi in centro a Ravenna portando via con sé soltanto il cane e lasciando indietro quelli che sono diventati i miei due gatti: Kitty e Rudy. Kitty era aggressiva all’inizio, spaventata dall’idea di lasciare la casa in cui aveva vissuto 13 anni. Soffiava, mordeva, graffiava, non è stato semplice convincerla a stare da noi e anche dopo anni di convivenza le era rimasto il vizio di dare qualche morsetto (senza stringere i denti). Così, quando ho incontrato Olivia, l’ho accarezzata e lei in tutta risposta si è voltata a darmi uno di quei piccoli morsi che tanto amavo e che mi ricordavano la mia vecchia Kitty: ho capito che lei sarebbe venuta a casa con me. Olivia era magrissima, un cesto di ossa coperto da una pelliccia opaca e arruffata. Era chiusa insieme ai suoi piccoli in un bagno dell’appartamento della volontaria, che non aveva praticamente più uno spazio suo tanto era votata alla causa di aiutare chi non aveva più cibo, un tetto e una famiglia. Ci ha detto che avremmo dovuto aspettare qualche settimana, il tempo di svezzare i piccoli e farli adottare, poi Olivia sarebbe venuta a stare da noi. Poco tempo dopo ci ha comunicato che, prima di darcela in adozione, doveva trovare casa a un ultimo dei suoi piccoli, una femminuccia nera un po’ spelacchiata, la più piccola di tutta la cucciolata. Così, senza pensarci troppo su, ho deciso che avrei portato con me anche lei.

  • Com’è stato il primo periodo?

È stato molto difficile per due motivi: il primo era legato ai problemi di salute di Olivia, che ci hanno obbligati a portarla molto spesso dal veterinario per le cure più svariate. Il secondo dipendeva dall’impossibilità di dormire! La piccola Coco andava tenuta d’occhio perché aveva appena due mesi e mezzo ed era minuscola. Nonostante ciò era molto vivace, curiosa, giocherellona e… rumorosa! Perfino i nostri vicini di casa riuscivano a sentire i suoi miagolii e i suoi “ruggiti” di richiamo per le scale. Anche Olivia faceva parecchio rumore a causa dei suoi problemi di deglutizione. Quando si lavava il pelo, spesso soffocava, rigurgitava o tentava per ore di deglutire senza successo. Abbiamo provato diversi rimedi, a cominciare da uno sciroppo antibiotico per arrivare a micro punture di cortisone che hanno in parte risolto i suoi problemi. Ormai sono passati quattordici mesi da quando queste due compagne di vita sono venute a stare da me: Olivia si è “arrotondata” (dire ingrassata non sta bene!), ha un pelo perfetto e sembra un gatto da mostra! Coco è cresciuta ed è anche molto maturata caratterialmente, diventando più docile e mansueta. Dopo vari momenti di sconforto e difficoltà, ora non potrei veramente fare a meno di loro, della loro compagnia, della loro rinascita, della loro libertà.

  • Hai qualche episodio in particolare da raccontare su di loro?

Ne avrei talmente tanti che non so da dove iniziare! Cominciamo da Coco: come accennavo in precedenza, è finalmente divenuta un gatto adulto e dormire a casa mia non è più un’impresa impossibile! Tuttavia, mio padre le ha dato un vizio del quale non riusciamo a (o non vogliamo?) liberarci: verso le 5 del mattino, Coco si mette ai piedi delle scale urlando i suoi soliti miagolii ruggenti. A quel punto mio padre la raggiunge, la prende in braccio e la porta al piano interrato, in tavernetta, vicino a mamma Olivia che dorme spesso sul divano-letto allestito appositamente per lei. Al solo udire i passi di mio padre, Coco si diletta in una colonna sonora di fusa spropositate, degne di un puma e, una volta raggiunta Olivia, le due si lanciano in lavaggi reciproci e coccole da nanna.

Il secondo aneddoto riguarda Olivia: la mia famiglia e io abbiamo fatto la scelta di garantire alle nostre due feline la libertà di esplorare il mondo esterno. Abitiamo in campagna ed entrambe hanno sempre dato segno di non sopportare una vita reclusa in casa (pur apprezzando il calore del fuoco e delle coccole nelle giornate fredde e uggiose!). Mentre Olivia si accontenta di gironzolare per il giardino, Coco si lancia in avanscoperte e perlustrazioni più approfondite e, molto spesso, verso sera la cerchiamo per metterla in casa e darle da mangiare. Quando giriamo per il vicinato chiamando “Coco”, Olivia sa che stiamo cercando la sua piccolina: solo in queste occasioni esce dal cancello, ci affianca nella nostra ricerca e miagola per richiamarla. E in questi momenti mi domando: c’è veramente qualcosa, al di là della nostra evoluzione tecnologica, che ci differenzia dal mondo animale? Perché questa nostra visione antropocentrica ci rende ciechi davanti a queste manifestazioni di comprensione, empatia e comunicazione? Qual è la ragione che ci spinge a sentirci superiori? E anche se fosse, in che modo questo ci renderebbe più meritevoli di vivere?

  • Come sarebbe la tua vita senza gatti?

Come ho già accennato, una vita senza gatti per me sarebbe semplicemente inaccettabile. Una vita incompleta, meno ricca, più spoglia di conoscenza e meraviglia. Consapevole delle mie limitazioni espressive, credo che la poesia di seguito ritragga con impeccabile precisione e disarmante semplicità ciò che significa amare i gatti:

Lo so. Lo so.

Sono limitati, hanno diverse

esigenze e

preoccupazioni.

 

Ma io li guardo e apprendo.

Mi piace il poco che sanno

che in fin dei conti

è molto.

 

Si lamentano, ma

non si angustiano,

avanzano con sorprendente dignità.

Dormono con una tale semplicità

che agli umani sfugge.

 

I loro occhi sono

più belli dei nostri

e possono dormire venti ore

al giorno

senza esitazione o

rimorso.

 

Quando mi sento

abbattuto

devo solo guardare

i miei gatti

e mi torna il coraggio.

 

Studio queste

creature.

 

Sono i miei

maestri.

 

(Charles Bukowski)

Intervista rilasciata da Giorgia Vaienti.